E che non la vuoi fare una call con i compagni di viaggio prima di partire? Tutti sconosciuti, viaggio alla ventura. Di bello c’è che l’età media sembra più alta del mio solito, visto che stavolta non mi sembra ci siano ventenni, ma tutti adulti e nessuna coppia. Almeno questo sembra un ottimo inizio. La vera notizia, in ogni caso, è che torno a viaggiare, spostandomi leggermente dal pendolarismo italia-Inghilterra che ha caratterizzato i miei ultimi anni.
Call ridondante, a primo acchito.
Alessia, la guida, da l’idea di essere più esperta di quanto non voglia apparire. Fa l’insegnante, e la guida turistica, e l’accompagnatrice vagabonda. Noi partiamo il 18 agosto, ma lei si spara prima un viaggetto africano per non farsi mancare niente.
Credo che stia facendo un lavoro faticosissimo. L’Islanda si preannuncia carissima e spartana. Ma sarà splendida, ne sono certa.
Qualche accenno di insofferenza ce l’ho, ammetto. Però, scempiaggini non ne ho sentite. Magari funziona.
Faccio conoscenza con il primo concetto bizzarro e per un po’ contro natura: portare del cibo dall’Italia. Per risparmiare. E amalgamare l’atmosfera tra noi davanti ai fornelli.
Ora, senza nulla togliere al bello di nuove esperienze, munirsi di tonno e spaghetti (o simili)e trascinarceli nelle valigie non mi sembra una grande idea. Per un taglio di budget di… quanto? Venti euro? Non starò a questionare. A quanto sembra, non è una usanza insolita tra i frequentatori di viaggi spartani on the road. Mi adeguo. Magari cucinerò anche. Certo, ci sono i vegetariani e gli intolleranti a questo e/o quello e dunque i menù possibili si restringono oppure le strade si dividono. In ogni caso, va senza mediazioni nel cestino la mia idea di partire solo con bagaglio a mano. Anche perché li fa già freddo, pile e maglioni ingombrano, l’abbigliamento da trekking anche e per quanto io sia determinata a ottimizzare lo spazio, non ce la potrò fare.
Vedremo.
Nel frattempo, per non occuparmi solo di cose materiali, sto esplorando le letture. A cominciare dall’Atlante leggendario delle strade di Islanda che promette di accompagnare l’andare con miti e leggende di ogni singolo fiordo e ogni minima insenatura. Se riuscirò a fare il match tra i nomi impossibili dell’islandese e le località dove mi troverò, mi piacerà molto.
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