Tocca a me, adesso, raccontare la mia storia. Come Cenerentola, sono anche io vittima della mia fama e ora che non sono più una bambina ne una adolescente esibisco con piacere i miei capelli bianchi. In fondo, mi chiamo Biancaneve e chi lo dice che deve essere bianca (solo) la carnagione? Anzi, la mia con il sole si è naturalmente scurita e ormai resta sempre leggermente ambrata. E le rughe… dovessi consultare io lo specchio della Matrigna, starei fresca a essere la più bella del reame…
A me non è mai importato un granché della bellezza. Con la madre super vanitosa che mi sono ritrovata, sarà stata una reazione… a differenza di Cenerentola, io con mia madre (ci tengo a precisarlo: madre, non matrigna) non sono mai andata d’accordo. Lei tutto il tempo a controllare rughe e altre imperfezioni della vita, è la regina di Botox e ritocchini. Sempre davanti allo specchio, verissimo. Ma non è lo specchio che le parla, piuttosto il residuo di buonsenso che alberga in lei. Vecchia scuola, la mia Mamma, piegata all’idolo della perfezione estetica. Glielo dico sempre, sei bella perché sei tu, non perché hai abbattuto anche quell’etto di cellulite che avevi. Ma niente, agli occhi di se stessa la sua personalità è invisibile e non classificabile come elemento di attrazione. Con lei, i chirurghi estetici hanno decisamente alzato il loro tenore di vita. Ma da qui a volermi uccidere perché ero più bella di lei, ce ne corre! La favola che mi trascino dietro è davvero crudele . E pure un parecchio punitiva, se si considera che mi assegna il ruolo di cameriera dei sette nani per anni e anni…
Nella realtà, a me la vita casalinga è stata stretta fin da quando ero piccola. Campeggi estivi, gite di gruppo e iniziative ambientaliste erano la mia gioia. Salvare il pianeta, mi è apparso un po’ ambizioso, ma evitare che venga sfregiato continuamente mi appassiona.
Così ho incontrato quelli che sarebbero diventati i miei migliori amici: il Cacciatore, un fotografo naturalista con l’hobby della cucina (sì, sì anche le interiora) e una cucciolata di sette meticci che ho letteralmente strappato alle grinfie di un villico pronto a sopprimerli. Altro che sette nani salvatori della povera fanciullina! Quelle pesti mi hanno rivoluzionato la vita, nonché distrutto più di un guardaroba. Certo, hanno avuto bisogno di essere educati, nutriti e accuditi proprio come i sette nani della storia, ma purtroppo pietre preziose non me ne hanno portate mai dalle miniere. Semmai, qualche sfortunato animaletto o un paio di pigne. Cose da cuccioli. Cresciuti, sono rimasti ingombranti, ma grandi compagni di avventure.
Mi sono laureata in veterinaria, anni in cui ho viaggiato poco. Poi, via verso nuove esperienze. La laurea in biologia, invece, l’ho presa facendo esami al volo, molta pratica e scarsa teoria, ad essere sincera. In questi periodi di assenza è Mamma a tenere i sette cani, pensate un po’. Secondo me, le fanno bene. Pensa meno alle screpolature esteriori.
Immagino vogliate sapere dell’incontro con il Principe. L’ho conosciuto in facoltà. Per colpa (merito?) esattamente di una mela. Era primavera. Io, sdraiata sul prato della città universitaria, mangiavo una mela e un boccone mi è andato di traverso. Un classico. Lui era lì vicino e me lo ha fatto sputare con la manovra di Heimlich, quella antisoffocamento. Insomma, non il romantico bacio della leggenda, ma la mela, comunque, me l’ha fatta sputare lui. È veterinario anche lui. I cavalli, la sua passione. È la versione sedentaria di me. Affinità elettiva indiscutibile. Per un po’ stati una coppia stabile, ma abbiamo concezioni troppe diverse di come vivere la vita. Così, siamo legati da un grandissimo affetto, ci vediamo appena possiamo, ma da anni io vado a zonzo per il mondo e lui… no. È la nostra miglior relazione, ma non le sacrifichiamo noi stessi.
Hits: 96