Lunedì, 13 aprile
Primi segnali di insofferenza. Comincio a non poterne più. Ma ho ancora cinque giorni da superare. E poi? Al massimo il giro del palazzo. Una sola volta. Il clima si è fatto decisamente più amichevole. Le finestre ora restano aperte fino al buio. Si catturano scampoli acustici delle vite altrui. Dal balcone sulla piazza osservo i giardini, mi rendo conto di aver scannerizzato tutti i cani e i loro proprietari.
Flaminia oggi sta bene. Niente febbre né mal di testa. Incrocio l’incrociabile.
Boris si è ripreso, il Regno Unito tutt’altro. E rischia di diventare il paese europeo più colpito.
Martedì, 14 aprile
Oggi è brutto tempo. Diluvia con l’entusiasmo di novembre. Il giretto negli spazi esterni è ridotto al minimo. La,giornata va a tentoni. Il peggio di questa situazione è che non si riescono a fare piani. Il futuro, anche minimo, è nebuloso. Il ventaglio delle possibilità che si apriranno sembra dettato da una cartomante pazza, che scaglia le nostre vite verso cielo. Vedremo che cosa tornerà giù e in quanti pezzi. La casualità della residenza influisce più di rigore scientifico e direttive politiche. I governatori pianificano indipendenti, l’unica indicazione è la mancanza. Il coraggio deve andare avanti senza la speranza, ora come ora. Si infittisce il tutti contro tutti.
Mercoledì, 15 aprile
La parola chiave di oggi sembra essere ’noia’.
E burocrazia. Man mano che passano i giorni e le settimane, mi chiedo se saremo in grado di sfoltire una volta per tutte il groviglio di lacci ciechi intono a noi e tagliare le radici all’intreccio di corruzione e malavita che da ere immemorabili ara ogni entusiasmo e appesantisce il movimento. Con dispiacere vedo moltiplicarsi Comitati, Cabine, Saggi, Esperti. Insieme a liti e sgomitamenti. Un inquietante ritorno alla normalità del peggio.
Notazione personale: nessuna delle persone alle quali ho telefonato oggi era a casa quando ha risposto. Per dire che il tana libera tutti è pandemico come Covid19.
Da oggi mi sono auto upgraded nella app di yoga e sono passata da principiante 1 a principiante 2. Soddisfacente l’impatto psicologico dell’iniziativa.
Giovedi, 16 aprile
Secondo tampone, oggi. La fila al Santa Maria della pietà è molto più lunga della volta scorsa. Sono andata a visitare il mio amico Giuseppe, che regna su una parte di questo grande complesso. Abbiamo fatto due passi e me ne ha raccontato storia e aneddoti (è sempre stato il primo della classe e dunque conosce per passione e studia ’a prescindere’). Per me, il Santa Maria della pietà era sempre (e solo) associato al manicomio, luogo di dolore scomposto. Invece, ha altri aspetti, più sorridenti e laboriosi. E un suo fascino démodé. C’è anche una fontana dove fluttuano rigogliose tartarughe abbandonate nella notte dei tempi.
In serata uno dei nuovi riti, l’aperitivo collettivo per festeggiare il compleanno di Raffaella. Tutti insieme nei quadratini di Zoom. Io non ho pensato al video e mi sono presentata a dir poco casual. Imperdonabile.
Ursula Von der Leyen si scusa a nome della Ue con l’Italia e aggiunge che le scuse devono essere adesso accompagnate da comportamenti solidali. La discussione però è ancora in alto mare. C’è il progetto “politico” di Macron, che prevede un fondo comune. Ma ci sono anche gli striminziti frugal four da affrontare. Sarà tema della settimana otto, direi.
I contagi calano, i morti meno velocemente. Impazza il dibattito sulle riaperture, la cacofonia non si trasforma in musica. Anche la caccia al vaccino e al farmaco ’svolta’ si arricchisce ogni giorno di nuovi episodi. Oggi la star è il test di immunità. Quello che capisco, al di là delle contingenze, è che con questo virus stiamo imparando a combattere, ma anche a convivere. I comportamenti stanno inevitabilmente mutando (come cambiarono i comportamenti sessuali con l’arrivo dell’HIV). Nuove regole, nuovi rispetti, nuovi automatismi. E la ricerca, anche se non calerà l’asso vincente, metterà sul tavolo molte ottime carte che permetteranno di vincere la partita. Con il tempo.
La morte di Luis Sepulveda addolora. Lo sfregio di un cattivo giornalismo che gli ha attribuito la paternità di ’Cento anni di solitudine’ ispira riflessioni. Ma se i medici agissero con la stessa superficialità, dove saremmo tutti?
Venerdi, 17 aprile
La data dice già tutto. Senza essere superstiziosi, l’anno bisestile e la pandemia inducono a comportamenti felpati. Io, tanto, sto a casa. Aspetto il risultato del test, tra telefonate di lavoro e chiacchiere con gli amici. Ci teniamo tutti insieme.
La politica sfoggia oggi divisioni nella maggioranza e nelle opposizioni. Sul voto europeo, trionfano egoismi. Il proprio ombelico sembra lo spettacolo più interessante per parecchi.
La Lombardia condensa scandali, scaricabarile, indicazioni sulla giostra.
Sabato, 18 aprile
Tampone negativo. Il mio frigorifero si sente inutile e chiede attenzione. Come dargli torto? Una (contestata) breve passeggiata è la sintesi della mia giornata e il clou della trasgressione. Una ricompensa dopo non semplici settimane di ’niente scuse, io resto a casa’.
Prosegue il dibattito sulle riaperture. Continua a prevalere l’ordine sparso di proposte e iniziative.
Primo giorno senza la conferenza stampa di Angelo Borrelli alla Protezione civile. Mi sento orfana, era un punto fermo in queste giornate prive di scansione. E, a conti fatti, mi chiedo: come mai nemmeno una volta c’è stata una donna accanto a lui? Nessuna in posizioni di comando nella sanità italiana?
Domenica, 19 aprile
C’è un sole irridente alle pessime previsioni meteo. Tuttavia, questa giornata ha voluto, apparentemente, privarsi di tutto. E quindi, la racconto come lei desidera, con il silenzio. Uso però questo spazio per ringraziare il medico e gli infermieri della Presidenza del Consiglio che in queste settimane di quarantena non mi hanno mai perso di vista. Con una telefonata o un whatsapp, quasi ogni giorno hanno monitorato la mia salute e il mio umore. Considerato che sono stata sempre bene e non sarò stata certo l’unica in queste condizioni, tanto di cappello.
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