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Lunedì, 20 aprile
Diluvio universale e malumore appiccicoso.
I numeri del diavolo (contagi, morti, terapie intensive, ecc) scendono. Con avarizia, ma scendono. Riprendono forza i cavilli. The flavour of the day è la app per tracciare i contagi. Sbrighiamoci a metterla in funzione, no? Tanto più su base volontaria. No, invece. Ci vogliono i passaggi parlamentari. Giusto. Sbagliato però tirarla per le lunghe. Il rispetto delle regole della democrazia deve amalgamarsi con la tutela della salute. Velocemente, se possibile.
Finalmente è stato varato il famoso pacchetto di nomine. Molti i manager confermati, come è giusto in un momento di emergenza: cambiare chi ha ottenuto buoni -se non ottimi- risultati non avrebbe tanto senso, se non quello di destabilizzare per occupare poltrone.
Mancano ancora i vertici di Agcom e Privacy, in proroga dall’estate scorsa.
Martedì, 21 aprile
Ancora molte polemiche sulla app Immuni. Io di sicuro la scaricherò immediatamente. Oggi Conte ha parlato alle Camere, disegnando lo scenario dei prossimi mesi: altri 50 miliardi per contenere le perdite e, possibilmente ripartire, aperture graduali e nazionali dal 4 maggio, possibile un Mes senza condizioni e solo per le spese legate alla sanità (che poi, a ben vedere, in questo momento ci rientrano proprio tutte).
Nel mio primo giro di spesa ho notato prezzi assai ringalluzziti. Solo per fare un esempio, il macellaio di Corso Trieste mi ha fatto pagare 70€ per un kg di fettine di vitellone, dieci arrosticini e un polpettone già pronto da 1 kg. “Così tanto?”, mi sono meravigliata. “Eh, sembra tanto anche a me”, ha ammesso candido. Non ha nemmeno tentato il doppio carpiato del venditore. Chessó: “questa carne viene da una mucca speciale che ha mangiato solo i fiorellini gialli che crescono a 234 metri dalla malga ’Incantevole natura’ che si raggiunge solo con due giorni di cammino tra picchi scoscesi”. Niente, mi ha porto il pos e basta. Non credo che mi vedrà spesso. Per la mancanza di fantasia, mica per il prezzo, eh…
Di contro, la bottega accanto, offre un approccio diverso. “Non prendo più quel tipo di fiordilatte. L’ultima volta era davvero cattivo”, dico. “Mi dispiace tanto. Non mi è mai successo. Gliene regalo uno io, così, per riprovare”. Salumeria gold in prezzi, ma anche in qualità e professionalità. Qui tornerò.
Compleanno di Roma in sordina. E sono 2773.
Mercoledì, 22 aprile
Nonostante il malo tempo, il mio balcone fa progressi. Il timo è in fiore. Inopinatamente è spuntato un germoglio di un seme di cachi che avevo interrato a novembre.
Oggi 437 morti. Meno di 500 (500!) E sembra una buona notizia. Che percezione abbiamo maturato della vita e della sua privazione? Non sono numeri, ma persone amate che mancano.
Mi è passato un aereo sulla testa e d’improvviso ho realizzato quanto sia vuoto il cielo negli ultimi tempi.
Giovedi, 23 aprile
I numeri di covid 19 disegnano un lontano, ma concreto, lieto fine. Anche oggi oltre 400 morti, ma ci sono regioni con zero morti e zero contagi. I segni ’meno’ cominciano a proliferare.
Il Consiglio europeo, come previsto, dà a Conte ciò che chiede. Capiremo a breve di cosa è piena la scatola del Ricovery fond e quando potremo aprirla e utilizzare i fondi. In sostanza: prestiti o sussidi?
Carlo Verdelli viene sostituito da Maurizio Molinari alla direzione di Repubblica. Massimo Giannini prende il suo posto alla Stampa e Mattia Feltri diventa direttore di Huffington Post. Certo, licenziare Verdelli nel momento in cui riceve minacce di piombo e morte, è un gesto potente. Valori diversi dai miei, mi pare.
Personalmente ho approfittato della bella giornata per fare quattro passi. Nonostante un’ora di yoga quotidiana, mi manca molto camminare e, forte del mio doppio tampone negativo, mi sto cominciando ad avventurare fuori per qualche isolato. Poca roba, ma meglio di niente. Aspettiamo il 4 maggio.
Venerdi, 24 aprile
Sono andata a piedi in Aifa, una camminata in solitudine e al sole. Da notare che autobus e macchine superstiti sfrecciano sfrenate. Velocità a manetta. Pedoni e regole come se non esistessero. A piazza Barberini, approfittando del deserto di piedi, sta spuntando un bel praticello intorno alla fontana del Tritone.
Andare al lavoro fa bene. Per riattivare la circolazione delle gambe e del cervello.
Si è rivisto il doppio posto di blocco sotto casa mia, dopo settimane. Così come la ronda di polizia e carabinieri mi sembra più intensa.
Sabato, 25 aprile
Buon 25 aprile a tutti! Occasione per riflettere sulla storia, chi siamo e chi siamo diventati. E occasione di buoni propositi morali. Tutte le opinioni vanno rispettate, sempre. Ma la distinzione tra bene e male deve rimanere granitica. La libertà, per dire, è il bene. E lo tocchiamo con mano in questi giorni in cui ne siamo parzialmente privati, anche in modo volontario, nel vantaggio di tutta la comunità.
Per dirla con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, “la dialettica e il contrasto delle opinioni non hanno mai, nei decenni, incrinato l’esigenza di unità del popolo italiano”. Insomma, c’è “un destino comune”. Lui, da solo, davanti all’altare della patria, con i capelli un po’ lunghi e la mascherina ha dimostrato che quel destino lo sente sulle sue spalle e farà di tutto perché il nostro resti su un buon cammino. Le frecce tricolori nel cielo, viste anche solo di sguincio, danno conforto.
Morti da coronavirus ancora tanti, poco sopra i 400, ma gli altri numeri proseguono il trend in discesa. Incrociamo le dita.
Domenica, 26 aprile
260 vittime oggi, il dato più basso da metà marzo, ma il numero dei malati dopo 5 cinque giorni di calo è di nuovo aumentano. Non dobbiamo rilassarci.
Alal’ora di cena, Conte parla delle parziali riaperture decise per il 4 maggio. Non è affatto quel ritorno alla normalità, anche parziale, che alcuni immaginavano. Di qui, grandi delusioni e polemiche soprattutto per il no alle messe. Ma, chiedo da laica, le messe non si possono seguire anche in streaming o in tv? Perché rischiare contagi inutili? Non siamo mica nel medioevo, quando -è storicamente provato- processioni e invocazioni collettive contro le varie pestilenze non facevano che propagarle.
La lamentazione frivola è invece quella sui parrucchieri che non riapriranno prima del 1 giugno. Per quell’epoca saremo tutti yeti. La verità è che con questo virus dobbiamo convivere , rispettarlo e tenerlo come un nemico sempre potenzialmente mortale.
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