Complice una altissima percentuale di belle giornate, la quarantena romana sale verso l’alto e con le debite precauzioni si riappropria delle terrazze condominiali. Una bella fortuna per chi ce l’ha e può sfruttarla. Da sempre le terrazze capitoline sono una proiezione esterna, ambita e invidiata. Invito sempre chiunque venga in città ad alzare il naso per scoprire inaspettate bellezze verdi e fiorite un po’ ovunque. Un tratto della personalità di Roma. La terrazza condominiale, però, no, non ha mai fatto parte della categoria. La immaginiamo piatta e brulla, una steppa di antenne secche intervallata da grasse parabole lucenti. Qualche filo di bucato e niente altro. Il romano la snobba(va) di default.
Invece, nelle ultime settimane, la piena riabilitazione: la terrazza condominiale vale oro. Permette una boccata d’aria legale, un affaccio sull’umanità circostante, talvolta perfino un sorriso o due chiacchiere oltre i piani. E ciascuno la declina secondo la propria personalità. Una corsetta avanti e indietro (Fitness ad ogni costo), due tiri con il pallone (sociale), Pc (impegnato), il panorama (contemplativo nostalgico).
Salire sul tetto, insomma, permette di sgranchire le gambe e la mente, offre rifugi temporanei agli spazi stretti e sollievo alle convivenze stanche.
Nessun party scenografico, attenzione. Le regole si rispettano anche in alta quota. Lo sguardo, tuttavia, spazia. E si spera che allarghi anche la visione interiore. La terrazza condominiale non per spiare i vicini, dai. Ma per comprendere che c’è un orizzonte oltre la nostra messa a fuoco quotidiana. Siamo tanti, tutti isolati sulla stessa barca. Può essere una occasione per ripensare la propria mentalità. E cercare sui tetti la nostra miglior connessione. Non solo internet.
N.B. L’idea per questo post mi è venuta chiacchierando con il mio amico Paolo Bulleri, al quale devo anche le divertentissime foto.
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