Lunedì 23 marzo
Da due giorni la curva dei contagi e dei morti è in lieve discesa. Sono sempre tanti, oltre 600, la fotografia generale resta drammatica, ma la decrescita di una curva da giorni in vertiginosa salita permette di tirare un piccolo respiro di speranza. Siamo lontani dalla fine, lo sappiamo.
Oggi, però, sono arrivate le mascherine un po’ ovunque. Ne ho comprate dieci (a venti euro, ma il discorso rabbioso sulla speculazione lo faccio un’altra volta) dalla cinese sotto casa. E ne ho prenotate, con ottimismo vigoroso, altre 50 all’edicola (in piena riconversione del business… salvo che ha esagerato e chiede 3 euro a pezzo. Troppo, dai, questa sí che è speculazione).
Sul fronte lavorativo, giornata molto piena. L’Aifa lavora tanto e bene, gli studi sui nuovi farmaci si moltiplicano, l’attenzione della ricerca e sulla ricerca è spasmodica. Ho una lista lunga un braccio di richieste di interviste per il Dg. Ho un po’ paura dei contatti troppo ravvicinati che inevitabilmente mi si parano davanti, ma sono anche fiera di quello che sto facendo.
Uk è in lockdown. In un quadro di raggelato orrore, spero che le misure funzionino. La Spagna è allo stremo. Il contagio pompa morti.
Martedì 24 marzo
Facebook inizia a riempirsi di cordogli come le pagine dei quotidiani. Questi, in più, sono morti ’vicini’, persone care ad amici e conoscenti. La goliardia è visibilmente in calo, così come la frenesia di mostrare i propri manicaretti. Anche le mie gatte sono stufe di vedermi sempre tra i piedi e nemmeno si scomodano più a tenermi compagnia mentre ceno.
Conte ha inasprito le misure contro chi viola le disposizioni anti contagio, mentre il dialogo con le opposizioni e con Renzi va avanti piuttosto asfittico. E solo grazie a Mattarella.
In Aifa serpeggia un cautissimo ottimismo sui numeri. Per il terzo giorno il numero dei nuovi contagi scende leggermente. Ma i morti sono di nuovo ben oltre 700.
Tutti, tutti ci interroghiamo su come saremo quando sarà finita. Che tipo di normalità avremo?
Mercoledì 25 marzo
Oggi clausura totale, con il ritmo delle giornate così: lettura di giornali, allenamento, un po’ di sole in balcone e traffico con le piante, le telefonate di lavoro e con gli amici. Sono tutti più liberi e disponibili. Si è ammalato Guido Bertolaso, l’esperto scelto dalla regione Lombardia per combattere il coronavirus. Si è ammalato Angelo Borrelli, capo della Protezione civile, ma per lui, solo una febbrettaa, niente Covid. I contagi e i morti sono sempre tanti, ma la curva è in leggero calo.
Giovedì 26 marzo
Si lavora tra scienza e ricerca, in lotta non solo contro il coronavirus, ma anche per arginare le bufale e le fake news che dilagano. Ogni giorno c’è il nuovo miracoloso antidoto, la meravigliosa panacea di tutti i mali. Le speranze delle persone vengono sfruttate per abbindolarle e creare speranze assai friabili.
Qua e là affiorano su giornali e social le prime offerte di aiuto e sostegno psicologico ai consegnati in casa. Nelle case ribollono ansie e tensioni. Non solo le violenze in famiglia. Tra le pareti prendono corpo le paure ed è difficile per molti, soli e fragili, mantenerle a distanza. Potrebbe diventare un ulteriore problema sociale di questa pestilenza. I balconi non si animano più già da parecchi giorni. L’appuntamento canoro tace. Chissà perché, il lievito di birra è diventato merce introvabile. Non è forse un segno di follia collettiva?
Di nuovo molti morti.
Venerdi 27 marzo
Piove a Roma. Quasi mille morti oggi. Sono uscita per un po’ di spesa. Penso che sia stata la mia unica performance in esterni fino a lunedì. Salvo imprevisti. Oggi il Papa ha pregato in una piazza San Pietro battuta dalla pioggia e piena solo dell’eco delle sue parole. Il suo incedere faticoso è parso lo sforzo dell’umanità per restare in piedi. Una immagine difficile da dimenticare perfino per una come me, laica combattente. E, a seguire, un altro messaggio di Sergio Mattarella, strigliata all’Unione europea e appello alla coesione del Paese. Il Presidente è apparso un po’ spettinato, sopra gli occhi coraggiosi: “Giovanni, anche io non vado dal barbiere”, gli si è sentito dire in un video dal sen del Quirinale fuggito. Un tocco di normalità che accorcia le distanze del Colle dagli italiani.
Boris Johnson contagiato. Non dico nulla.
Sabato 28 marzo
È sempre più evidente che l’Europa si sta giocando il futuro. Lo scontro aspro è, sì, tra Paesi del nord e Paesi del sud, ma è anche tra visioni. Tant’è che anche parecchi paesi baltici si sono arruolati nelle truppe meridionali contro l’avarizia anche morale di Germania e Olanda (in sintesi).
Fiorisce il mio amato glicine. Roma ne sarà piena, anche se quest’anno non li vedrò nella loro gloria. Mi limito a osservare quello davanti casa mia.
Il governo ha messo sul piatto soldi veri per chi non ne ha. Tanto di cappello. Per una volta, uno stato generoso e di supporto. Un esempio per il mondo. Ci seguiranno, loro malgrado. E anche se, ciecamente, non lo sanno. Sul fronte opposto, si staglia l’Albania, che ha mandato medici, infermieri e aiuti accompagnati da un vigoroso discorso del loro Presidente, Edi Rama: “aiutiamo chi ci ha aiutato, non dimentichiamo”.
Stanotte l’ora legale. Per una volta non accompagnata da piagnistei sulla difficoltà di cambiare ritmo, consigli sul sonno e sull’alimentazione. Riparametrare e relativizzare.
Domenica 29 marzo
Il mio amico Ottavio mi ha portato frutta e verdure biologiche della sua tenuta. Fa consegne a domicilio in tutta la città, se qualcuno è interessato. Quindi, ho passato una parte della giornata a cucinare. Alle 16, house party con la famiglia: tutti insieme da Roma, Milton Keynes e Toronto, come ormai da tantissimo tempo non succedeva. Una bella riunione per irrorare i legami. Cercheremo di farlo ogni settimana.
Lá fuori, prosegue la lite tra paesi poveri e paesi ricchi a tutti i livelli geografici, Europa e Italia, dove la coperta di aiuti del governo viene tirata in tutte le direzioni.
Ci si aspetta il picco entro pochi giorni. Si immaginano tempi e modi di riapertura. Ma intanto il lock down è stato esteso, come era ovvio, fino al 18 aprile. Molti i trasgressori delle misure, i controlli si intensificano. Non bisogna abbassare la guardia, per quanto duro possa essere.
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