Nella speranza di registrare episodi limitatissimi, inauguro una serie dedicata ai mostri. Persone che incontriamo nella vita quotidiana, qui e lì, in apparenza normali cittadini senza infamia e senza lode, che invece nascondono un pizzico -o più- di infamia. Che non si vergognano di mostrare. Per nuova tracotanza o per semplice inconsapevolezza di sè.
Comunque sia, ecco l’accaduto secondo il racconto di una signora che conosco.
Era domenica, sono andata in chiesa a confessarmi. In fila prima di me un paio di persone. Confessionale chiuso e in piena attività. Mi si avvicina una donna, ben vestita, curata, sui settanta. E mi chiede. “aspetta per confessarsi?”. Alla mia risposta affermativa, aggiunge: “Sa se là dentro c’è un prete bianco o di colore?”.
Confessione già fatta: quale penitenza per razzismo impudente?
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