Lo shock termico provato nel passaggio da Palermo a Milton Keynes é stato piuttosto significativo, nonostante la settimana trascorsa a Roma, dove, tuttavia il clima è sempre da sud del mondo e la temperatura ancora vicina ai 20 gradi. Improvvisamente i miei pantaloni, fino a quel momento perfettamente in grado di svolgere il loro lavoro di riparo, sono diventati veli da odalisca del tutto inutili.
Giornata particolare, certo. E tuttavia, la mattina dopo per usare la macchina abbiamo (hanno, perché io ero surgelata) usare il raschietto per grattare via il ghiaccio dal vetro. Cose di altri mondi, è davvero il caso di dirlo.
Comunque, questa mia escursione non è stata solo termica. Siamo andati a vedere il luogo dove Flaminia e Greg si sposeranno. Il 25 luglio 2020. Nelle Cotswolds. C’è ancora un po’ di tempo per abituarsi all’idea. Ma loro intanto sono partiti lancia in resta con i preparativi e le prenotazioni. Da casa è poco più di un’ora e mezzo, piena di campagna verde e ondulata e piccoli paesi perfetti, come Bibury che sembra uscito da un libro di fate e gnomi. Una Inghilterra idilliaca, decorata con rose e tazze di tè.
La location, come si dice, è un grande prato verde, con un laghetto, un ponticello e un piccolo gazebo dove si celebra l’evento clou. Ora sul prato pascola beato un bel cavallo, ma immagino che l’estate lo scenario sia più articolato e, soprattutto, sarà di certo animato dalla scenografia che sarà allestita.

Il pub dove alloggeremo è molto accogliente. Pareti foderate di legno ingentilito dal tempo, fuoco scoppiettante, cani ammessi, atmosfera rilassata. Visto il termometro, ci siamo rifugiati lì dentro alle 11, cominciando con cioccolata calda e altri ristori soft e proseguendo con scotch eggs, arrosti e altri manicaretti ad altissimo contenuto calorico. Ma qui nessuno si preoccupa della salute e ancora meno delle taglie e dunque il problema si pone solo per me. E l’impronta italiana mi pare minima.
E che profonda Inghilterra sia. Attraversare Woburn mi ha sorpreso. A pochi chilometri da Milton Keynes, e quindi più o meno anche da Londra, c’è un immenso parco, non recintato e percorso da una strada di taglia provinciale, dove vivono indisturbati centinaia di cervi. Anzi indisturbati non tanto perché sembra che qui vengano organizzati Safari clandestini per cacciatori ai quali piace vincere facile e portare a casa un bel palco di corna di un animale pressoché domestico. Un fenomeno vietatissimo, come è ovvio, combattuto con fermezza, ma duro da debellare. Fa parecchia impressione sapere che accadono cose così in Gran Bretagna, no?
Così come la eccessiva prossimità con l’era moderna è l’altra causa di morte di questi splendidi animali. Un cartello severo ammonisce di non scapicollarsi e tiene il triste conto dei caduti sulle strade. Che include anche fagiani, lepri e altri animali da bosco.
La legge britannica vieta a chi per caso ne colpisce uno di raccogliere la preda. E tuttavia, non impedisce a chi non sia autore del misfatto di portarsi la cena a casa. Insomma, se per accidente uccidi un fagiano o una lepre on the road, chiama un amico. Il pragmatismo isolano.
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