Ultimo giorno di settembre. l’aria è ancora calda. Roma si stiracchia al sole, incentiva gli sportivi, accoglie i pigri, incornicia i turisti. Fa tutto ciò che vuole con la sua secolare noncuranza.
Io, invece, ho fatto una lunga passeggiata. Fino al Pincio prima. Con l’idea di partecipare a una camminata di beneficienza. Ma, come la solito, la folla non mi attrae, la maglietta dello sponsor aveva un colore improponibile, il traguardo era troppo semplice. Così sono passata oltre. Uno sguardo a pizza del Popolo l’ho buttato dall’alto. Già parata per la manifestazione del Pd, trasudava attesa da ogni sampietrino. L’ansia da prestazione quasi visibile.
E poi, giù verso il Tevere. Gli argini sono divisi tra bikers e joggers. Non equamente, però. Perché le due ruote sono prepotenti e chiedono strada senza democrazia- eppure, camminare sulle rive del Biondo rilassa e permette sempre sensazioni per gli occhi. Ne lascio qui qualcuna. Per ricordare mattinate affettuose e sorridenti nonostante tutto. E comunque, alla fine, sono stati 14 chilometri. Mica bruscolini…
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