Non era nei programmi, ma appena intravista la possibilità non c’è stato verso di scartarla. Da Sfakia parte ogni giorno una nave(tta ) veloce per Gavdos, che è, per chi non lo sapesse, il punto più a sud dell’Europa. A due passi dalla Libia. Capitano che sembra Mangiafuoco, niente ricevute in questo caso, solo contanti, a pacchi, al posto dell’aria condizionata un ventilatore funzionante e uno no. Ma si va e la corsa dura poco più di un’ora. A differenza di Lampedusa, Gavdos non è una porta di migrazione. Non è sulla rotta oppure la consapevolezza che da qui non si va oltre.
Non c’è niente, quattro case in croce i cui proprietari e abitanti a quanto pare sono in perenne polemica tra loro e lite stagionale ricorrente con i corrispettivi di Sfakia. Cosa ci sia da litigare davvero non mi posso rendere conto. Gavdos è pelata di rocce e capre al 90 per cento direi. Ricoperta di polvere e senza strutture. L’unico mini market al porto ha cura di chiudere durante gli orari di partenza e arrivo dell’unica barca quotidiana. Casomai qualche turista volesse una bottiglia d’acqua o due pomodori.
Esigenze non bizzarre se si tiene conto che sulle spiagge non c’è niente di niente a parte una taverna categoria ‘chest’è’ e qualche capra per nulla intimorita dagli esseri umani che circumnaviga con estrema trascuratezza in cerca di chissà quale cibo. All’arrivo al porto si presentano due possibilità per raggiungere le spiagge. Un bus oppure un altro. Qualità che lascio giudicare dalle foto. E poiché Gavdos e tutta un sali e scendi il tortuoso percorso verso il mare è stato affrontato tutto in prima. Così come quello al ritorno in salita.
Lascio all’immaginazione la quantità di polvere depositata ovunque. In ogni caso la soddisfazione di bagnarsi così a sud è tanto infantile quanto appagante. Così, per il gusto di esserci stata. La spiaggia scelta non è nè meglio nè peggio di altre bellissime di Creta. Però… è laggiù… Ai confini dell’Europa.
Questo posto è frequentato da fricchettoni, nudisti, campeggiatori anni ‘70 e da qualche new age meditativo che va ad abbeverarsi al misticismo di non so quale guru (molto accorto, in verità, visto che i suoi dialoghi con il sole o quant’altro sono molto ben pubblicizzati sulla nave). Casomai uno avesse l’ispirazione…
Io non faccio parte di nessuna di quelle categorie, quindi passata la giornata, contenta di averlo fatto e ciao.Al ritorno per rimanere in tema, cena al ristorante libico di Sfakia, un artificio acchiappapolli per dire il solito cibo greco servito da libici (??? forse…) pure un po’ antipatici.
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