Lavoro di squadra. Non programmato. Nato senza parere un momento dopo l’altro. Succede che la famiglia si riunisce a Natale. Pochi giorni tutti sotto le stesso tetto. Invece di sprecare tempo con le tensioni tipiche delle riunioni festive, noi senza nemmeno dircelo ci siamo tutti impegnati in una impresa comune: la correzione delle bozze della versione inglese di “Gli abitanti di Berderry”. Il libro è di Stefano, mio ex marito e adesso grande amico.
A Flaminia, Stefano ha delegato il compito di rivedere l’inglese della sua fatica in vista della pubblicazione in Gran Bretagna. Certo, tutto da sola, il lavoro non può che andare a rilento. Così a turno ciascuno di noi ha letto capitolo dopo capitolo in italiano, mentre Flaminia correggeva in inglese. Per cercare le parole esatte in modo da restare fedele allo spirito sono stati consultati lo zio bilingue magari impegnato nella architettura del fuoco e la zia canadese che tra un pacchetto e l’altro ha trovato la sfumatura, proprio quella. I cugini si sono auto ingaggiati per più capitoli, io soltanto uno, ma forse non è finita qui.
Insomma, è stata una bella sintonia di gruppo, più bella perché non orchestrata ma totalmente spontanea. Non so se sia stato spirito natalizio. Sicuramente canto di famiglia.
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